Agricoltura, SOVRANITA’: salviamo l’Italia dal baratro
agricoltura | info | prezzo | dati | produzione
Meno Europa
“Nel nome del ‘Più Europa’ si sono accettati provvedimenti che hanno messo in ginocchio la nostra economia. La difesa dell’ euro si attua quindi sulla pelle degli italiani, creando a bella posta disoccupati e fallimenti.”
“Consentire la distruzione del reddito distorce anche il concetto di inflazione come eravamo abituati a considerarlo: infatti anche in presenza di prezzi stabili (o addirittura in calo) se il reddito si riduce fortemente ecco che il potere d’ acquisto svanisce. Un prodotto che costa 100 apparirà doppiamente caro per il lavoratore che sarà stato costretto ad un dimezzamento di stipendio. In pratica 100 per cento di inflazione pur con prezzi immobili. Anche la rata del mutuo, se pur bassa, diventa insostenibile se il reddito si dimezza.”
“Pertanto fuori dall’euro il prima possibile, possibilmente concordando l’ uscita con i partner europei, per riequilibrare la nostra competitività e riconquistare per mezzo della sovranità monetaria l’ autonomia di manovra per attuare politiche anticicliche. Si intende anche recuperare la nostra democrazia riprendendo l’ autonomia legislativa necessaria per poter attuare ogni azione a tutela del nostro lavoro e della nostra impresa.”
“Il governo Monti -Letta -Renzi ha fatto solo l’ interesse delle grandi imprese globalizzate e delocalizzate, di qui il plauso costante di Confindustria. Le piccole medie imprese che hanno sinora resistito continuando a tentare di produrre sul nostro territorio senza delocalizzare. La nostra politica economica sarà disegnata su di loro con interventi di forte detassazione e semplificazione normativa in modo che, insieme al recupero della sovranità monetaria, produrre in Italia diventi semplice e conveniente.”
La chiave del nostro modello sarà la produzione domestica, non certo l’ importazione di beni di scarsa qualità prodotti chissà dove. Se molti imprenditori italiani hanno deciso di delocalizzare salvando i propri profitti a scapito dei posti di lavoro si preparino a fare marcia indietro perché è nostra ferma intenzione costruire velocemente le condizioni per un percorso inverso. In quest’ ottica inoltre ci opporremo con forza al disegno di far diventare le banche popolari facile preda di istituti stranieri: il voto capitario, se pur strumento perfettibile, ha consentito la simbiosi banca -territorio necessaria per la prosperità di intere regioni. In teoria potrebbe diventare un modello addirittura per la futura Banca d’ Italia statale e di proprietà popolare con un’ azione dell’ istituto di emissione inalienabile e assegnata per nascita a tutti i cittadini.”
politiche anticicliche mirate alla piena occupazione
“I governi Monti Letta e Renzi hanno attuato politiche pro cicliche che hanno creato disoccupazione.
In recessione l’ austerità è suicida.
I trattati europei (Fiscal Compact in primis) devono essere subordinati alla sostenibilità economica e alla priorità della ricerca della massima occupazione. Lo stato deve pertanto essere in grado di poter avere flessibilità di bilancio (meno tasse o maggior deficit) qualora l’ economia risulti in recessione e il tasso di disoccupazione sia superiore alla disoccupazione fisiologica. Sia sancito il predominio delle necessità economiche dello stato rispetto a qualsiasi trattato europeo.”
no Ttip
“Spalancare ulteriormente l’ Italia alla concorrenza estera mentre la nostra industria, la nostra agricoltura e il nostro allevamento sono in ginocchio significherebbe dare il colpo di grazia alla nostra economia. Entrare in aree di libero scambio sempre più grandi, con lo svantaggio di una moneta artificialmente sopravvalutata per la nostra economia e, per di più, demandando ad altri le autorità di controllo e sorveglianza equivale a mettere a nuotare i nostri figli in una piscina piena di coccodrilli. Non lo permetteremo”.
(Matteo Salvini)
GUARDA E DIFFONDI TUTTI I VIDEO VERITA’ DI NEROITALICO.
VISITA IL SUO CANALE
https://www.youtube.com/channel/UCAkxqy4Nx5wvtSdxNvLOtPA
Commento
-
tutti i politici e dico tutti sanno che la sovranità è l'unica soluzione. ma tutti e ripeto tutti sono consapevoli della fine che hanno fatto kennedy,chavez, moro e quello austriaco per non parlare della strana morte di bonanno, la resa dei forconi, e zipras. ci vogliono le palle
-
Non ho mai visto un movimento politico che propone un deterrente nucleare autonomo per l'Italia. Finalmente!
-
Ma quale austerità, la soluzione alla crisi si chiama sovranità (monetaria e non)
Roma, 22 mag – Dopo anni di recessione, era inevitabile che anche il comune di Napoli, con i conti forse più disastrati d’Italia, aderisse al cosiddetto “fondo salva-comuni“. Alla luce della disciplina normativa della finanza degli enti comunali è da notare che in merito agli effetti dell’attivazione degli istituti del dissesto finanziario non ci sono differenze sostanziali rispetto al fiscal compact e annesso fondo salva-Stati, ovvero l’applicazione a livello locale della politica del pareggio di bilancio, costituzionalizzato nel 2012 con la riforma dell’art. 81. Al lato pratico si ha un commissariamento del Comune. Nel caso di dissesto vero e proprio si ha un commissariamento formale e deliberato cui segue l’istituzione di una commissione di “burocrati” ministeriale; invece nel caso di pre-dissesto i controllori sono la Sezione Regionale della Corte dei Conti, il ministero dell’Interno e il ministero dell’Economia.
Così come in entrambi i casi si profila un commissariamento, così in entrambi i casi, poihé viene applicata la politica del pareggio di bilancio, definita altrimenti austerità, sarnno posti nuovi limiti e vincoli sulle possibilità di indebitamento (deficit di bilancio pubblico) e sarà imposto di rispettare il pareggio nei saldi di parte corrente e finale, di cassa e competenza, a preventivo e a consuntivo. Tutto ciò si traduce in tagli alla spesa
sociale, aumento delle tariffe sui servizi, svendita del patrimonio pubblico, privatizzazioni oltre a tradursi nella eliminazione della ai aver capito anche l’elettore medio di Fare, si traduce in un peggioramento dei conti e quindi in un indebitamento ulteriore del Comune. Inoltre, l’approvazione del piano di riequilibrio finanziario è la strada per poter accedere al fondo di rotazione (fondo salva-Comuni) che non è altro che un’altra forma di indebitamento (anticipazioni di liquidità). Si alimenta così la spirale di coprire i debiti con altri debiti. Quello che non si riesce a capire è che il problema reale sta a monte.
La politica di pareggio di bilancio viene imposta dalla Troika agli Stati per salvare l’euro e gli Stati a loro volta impongono detta politica agli enti locali. Si salvano gli Stati per salvare l’Euro ma in realtà si stanno salvando le banche (che hanno in “pancia” i titoli di questi stati così come i titoli derivati).
Si sta tentando in tutti i modi di ritardare l’inevitabile armageddon finanziario, e per farlo
ovviamente si strangola l’economia reale, diventata semplicemene un inutile spreco di risorse. L’euro stesso è ormai un pilastro del sistema finanziario transatlantico, sistema nel quale le banche commerciali sono state inglobate nelle banche speculative e poiché lo stesso sistema è dedito principalmente alla finanza speculativa, esso stesso è
diventato ormai una bisca speculativa in completa bancarotta e destiato alla disintegrazione. Si calcola l’esistenza di centinaia di trilioni (un trilione è pari a 1000 miliardi) di dollari di derivati ed altra carta straccia il cui valore nominale ha perso oramai da anni qualunque ancoraggio con la realtà. Nessuno potrà ripagare, in nessun modo, questo enorme ed irrazionale debito. Come si noterà, sono le grandi banche
(dedite principalmente alla speculazione) ad essere sull’orlo del fallimento al punto che in tutta Europa sono pronte le leggi che consentono il prelievo forzoso sui conti correnti e su tutto ciò che è depositato nelle banche. Aggiungiamo che i mercati delle materie prime
sono in caduta libera e i debiti legati a questi mercati ormai privi di valore, ed infatti società petrolifere, minerarie e di trasporto sono in bancarotta.
Non se ne uscirà in modo indolore, ovviamente, ma l’importante è tacitare con le buone o con le cattive la massa di ridicoli ciarlatani che usano a pretesto quello che è un problema
finanziario per ciarlare di “stagnazione secolare”, “decrescita” e “limiti dello sviluppo”. Marginalisti ed ambientalisti, uniti nel fronte comune per la lotta allo sviluppo in quanto potenzialmente foriero di cambiamento, cialtroni genocidi che parlano di “adattamento” ed altre storie cripto-darwiniste (in riferimento ad darwinismo sociale di
Spencer). Non c’è nessuna stagnazione secolare, non c’è alcun liite allo sviluppo, non c’è alcun picco delle risorse, ma c’è una politica folle di austerità posta al servizio degli interessi delle banche e dei fondi speculativi che ha scientemente deciso di sacrificare l’economia reale. Vogliamo la controprova? Recuperiamo la nostra sovranità
monetaria, nazionalizziamo i settori strategici ed impostiamo una politica di investimenti pubblici di lungo e lunghissimo periodo. E vedremo se siamo veramente destinati al sottosviluppo.
Matteo Rovatti, Il Primato Nazionale
http://www.ilprimatonazionale.it/economia/austerita-soluzione-sovranita-45318/
-
Casapound: la destra siamo noi. Salvini? E' diventato un moderato
Gianluca Iannone, presidente di Casapound Italia, intervistato da Affaritaliani.it, commenta i risultati delle elezioni comunali a Bolzano che hanno visto Casapound triplicare i voti rispetto alla tornata elettorale del 10 maggio 2015.
A Bolzano siete passati dal 2,4% dell'anno scorso al 6,7%. Un vero successo e avete anche sottratto diversi voti alla Lega che infatti è scesa?
"Sì, vero. Penso che il lavoro fatto sul territorio nell'ultimo periodo abbia pagato perché come tutti sanno c'è chi non vive di sole elezioni ma di militanza quotidiana sul territorio e quindi alla fine l'elettorato ci ha premiato".
Casapound è concorrente di Lega-Fratelli d'Italia in tutto il Paese?
"Certo, siamo un'altra cosa visto che loro continuano a ripetere questo balletto del Centrodestra e del polo moderato. Fatto sta che non si sente più parlare dell'uscita dall'Unione europea, del blocco dell'immigrazione, così come non si sente più parlare di priorità ai produttori e ai lavoratori italiani. Sono rientrati tutti quanti nel grande bluff del Centrodestra. Noi, ovviamente, continuiamo per la nostra strada andando da soli".
Anche alle elezioni politiche vi presenterete da soli?
"Sì, certo".
Qual è l'errore di Salvini? Troppo moderato e berlusconiano?
"Esattamente, ha perso una grande occasione. Ha lavorato bene negli ultimi due anni e
noi abbiamo fatto insieme con lui un percorso, visto che trovavamo in lui un politico che diceva quello che noi diciamo da sempre. Poi le cose sono andate come tutti sanno: Salvini è partito incendiario ed è morto pompiere. E' fnito così tornando a fare quello che faceva prima. Ha perso un'occasione d'oro".
Quindi si può dire che è Casapound e non la Lega il rappresentante in Italia del vento di destra che sta interessando diversi paesi europei tra cui l'Austria e la Germania?
"Si deve dire questo".
E Marine Le Pen in Francia? Il Front National è vicino a Casapound?
"Non credo. Penso che sia anche lì un'operazione decisamente moderata. La Meloni inneggiava a Sarkozy quando a vincere le elezioni in Francia era lo stesso Sarkozy e tutti stavano con il polo moderato, ora invece rispolverano la Le Pen. Noi andiamo avanti per la nostra strada unendo a noi persone di buona volontà".
Se fosse al telefono con Matteo Salvini, che cosa gli direbbe?
"Matteo, hai fatto una sciocchezza e hai perso una grande occasione".
http://www.affaritaliani.it/politica/casapound-gianluca-iannone-commenta-elezioni-bolzano-421251.html
Quando un leader pur avendo la possibilità di relazionarsi con consiglieri capaci e preparati (che pure ci sono) decide di circondarsi di imbecilli a cui dar retta e farsi dettare l'agenda politica, merita di sfracellarsi. È la sorte che tocca a Salvini che non solo ha richiamato in vita un cadavere politico, ma poi, in un'Italia incapace di esplodere
socialmente per pavidità (e che quindi sublima desiderando radicalità elettorale) lascia la postazione che l'ha spinto in alto e si mette a fare il moderato per puntare ad un "centro" disintegrato. Si farà tanto male a Roma e probabilmente a Milano. E forse non avrà una seconda possibilità. Diversamente Bossi sarebbe stato zitto e Maroni avrebbe continuato a fare il pesce in barile.... invece.
-
Di Stefano: CasaPound crescerà col vento populista come in Austria
«In Europa c’è un vento di cambiamento che sta ampliando enormemente i
consensi dei partiti populisti. Dopo la Francia ora anche in Austria:
gli europei si sono stufati dell’Ue e dell’immigrazione selvaggia»: così
Simone Di Stefano, vicepresidente di Casapound Italia e candidato
sindaco del movimento a Roma, ha commentato il sorprendente risultato
nel primo turno delle presidenziali austriache di Norbert Hofer del
partito populista Fpo, primo con oltre il 35% dei consensi.
L’analisi del leader delle tartarughe frecciate evidenzia come la crisi economica
e sociale in Europa abbia bisogno di nuovi interlocutori: «Assistiamo
ad una notevole stagnazione economica, unita all’invasione di immigrati.
Il voto austriaco, con popolari e socialdemocratici nettamente
ridimensionati, conferma che il popolo non crede possono arrivare
soluzioni virtuose dai partiti che hanno governato finora». Il vento
populista, in Italia, finora ha premiato solo in parte i movimenti
sovranista di destra (preferendo indirizzarsi verso il M5S) ma Di
Stefano è convinto che il quadro possa cambiare: «In Europa abbiamo
consolidati contatti con alcuni dirigenti del Front National in Francia e
con Alba Dorata in Grecia. Il nostro auspicio è che questo vento
populista possa far crescere Casapound nelle prossime amministrative».
Intanto il movimento Casapound in molti comuni sarà alternativo a
Fratelli d’Italia e Lega, altri soggetti politici dell’area sovranista.
Gianluca Iannone, presidente di Cp (intervenuto a Bari per l'apertura
della sede regionale), traccia questo quadro: «Noi dialoghiamo con
chiunque si riconosca nelle nostre tesi. La Meloni? Avrà qualcosa da
nascondere: ogni qualvolta si parla di noi, ha atteggiamenti stizzosi.
Con Salvini non c'è più collaborazione. Abbiamo fatto un percorso
insieme perché il leader della Lega per un periodo ha sostenuto tesi che
Casapound, su mondialismo e sovranità, difende da sempre». Per Di
Stefano «Salvini e Meloni ripropongono un vecchio schema che guarda alla
leadership nel centrodestra, mentre c’è necessità di un cambiamento
radicale. Se vogliamo raccogliere le istanze dei popoli europei non
basta riproporre la formula della Casa della Libertà, come a Milano,
dove la Lega è alleata con il Ncd di Lupi e Alfano». Rimettere insieme i
vari pezzi dell’area sovranista? «Salvini deve rompere con le posizioni
di Maroni e Giorgetti, ma nel suo partito non ha i numeri per una
svolta. Anche a Storace abbiamo chiesto di superare la formula della
"riaggregazione" perenne dei colonnelli di An. Per ora andiamo dritti
per la nostra strada e contiamo di entrare in consiglio comunale a Roma.
Con la sola forza delle nostre idee».
«Forza Italia è un partito di centro, noi lo abbiamo sempre sostenuto. Berlusconi è finito quando ha subito il golpe dello spread e poi si è subito alleato con chi quel
golpe lo aveva organizzato. Berlusconi è il passato della politica
italiana, chi vuole guardare al futuro deve superare il rapporto con
lui. Noi lo abbiamo superato da tempo, stiamo chiaramente in un altro
campo e aspettiamo che arrivino anche gli altri».
Michele De Feudis
http://www.iltempo.it/politica/2016/04/25/di-stefano-casapound-crescera-col-vento-populista-come-in-austria-1.1532778
-
Simone Di Stefano, Sovranità: l'alleanza con Salvini
“E’ sfumato perché Salvini e Meloni non hanno il coraggio di avere un dialogo con noi, questo è abbastanza chiaro, lo ha detto lei, lo ha detto lui, e prendiamo atto. Non c’è la voglia di farlo, continuano a guardare al centro ed ai moderati.”
Nascerà la Lega Nazionale?
“Noi auspichiamo che questo progetto prenda piede. Attualmente Matteo
Salvini è incastrato tra il suo progetto Nazionale ed i vecchi leghisti che lo
avvisano non scenderanno sotto Viterbo. Finché non rompe con i vecchi leghisti
della ‘Padania Libera’ difficilmente cambieranno le cose.Se lo farà, ognuno sarà libero di parteciparvi. Se ci sarà, ci saremo.
Nessuno potrà sbatterci fuori dalla porta, però bisogna vedere se c’è la
volontà di fare le cose sul serio.
Quando sento dire: “Quelli di CasaPound no perché sono i
mostri brutti e cattivi”, sento puzza di moderatismo. La Le Pen
va avanti da sola senza strizzare l’occhio a Sarkozy. L’Europa
è piena di movimenti nazionalisti che vincono perché non stanno lì a sperare di
intercettare il voto moderato. Quando affermano che siamo troppo forti, capisco
c’è l’intenzione di rimanere nel vecchio centro-destra.
Se Salvini va avanti da solo e ‘spacca tutto’, noi ci siamo. Altrimenti se
deve fare i passetti ed i balletti moderati, non ci interessa.”
-
Sempre Grazie
-
CasaPound Italia - Sovranità non sarà a Bologna con Salvini il prossimo 8 novembre.
"Vecchio centro-destra: OSPIZIO DELLA POLITICA"
leggi su il Primato Nazionale
-
Basi Nato e amriCane in Italia: SIAMO REALMENTE SOVRANI?
Il Primato Nazionale
leggi il testo nella risposta sotto:
-
Simone Di Stefano (Sovranità): USCIRE DALLA NATO... UN INTESA CON PUTIN
leggi sotto
-
Simone Di Stefano (Sovranità) la strategia politica elettorale dopo le dimissione di Marino
Leggi sotto:
-
Guarda e diffondi il mio ultimo video: "Immigrazione: LA GRANDE SOSTITUZIONE"
link vedi sotto:
-
leggi il Primato nazionale
Economia: Renzi canta vittoria ma ha fatto peggio di tutti
-
Canale e nome meritevole di rispetto "NERO ITALICO".
Sempre e per sempre W ZIO!
-
Finanziaria: ancora nuovi tagli in arrivo per la sanità (Il Primato Nazionale)
Roma, 23 ago – La promessa è sempre la solita, vale a dire la della riduzione del carico fiscale. Non poteva essere altrimenti: in ogni avvicinamento alla finanziaria d’autunno si sprecano le indiscrezioni sui miliardi e, soprattutto, su quali e quante aliquote saranno sottoposte a revisione. La realtà che esce dall’esame parlamentare è poi, in genere, ben diversa e fatta di tagli, risparmi e minori spese della macchina pubblica, un deflattore del Pil senza che a ciò corrisponda alcuna riduzione delle imposte che cittadini ed imprese son chiamati a versare.
Il canovaccio, in questa estate 2015 in cui circolando le prime bozze e idee sulla legge di stabilità dell’anno venturo, non sembra voler cambiare. Anzitutto le cifre: si parla di una manovra di circa 25-30 miliardi, quattro dei quali destinati ad eliminare l’Imu sulla prima casa. Dato che però in ragioneria pubblica il principio dei vasi comunicanti dev’essere rispettato, rimane da chiedersi dove verranno le coperture.
Un’idea l’ha lanciata Carlo Cottarelli, commissario alla revisione della spesa recentemente “dimissionato” da Renzi. Intervento al Meeting di Rimini, Cottarelli ha spiegato che nel settore della sanità sono ancora possibili tagli “tra i 3 ed i 5 miliardi senza stravolgere il sistema, senza contare i risparmi sugli acquisti di beni e servizi”. Cottarelli però avverte che l’importante “è procedere con un intervento mirato”, cioé evitare la politica di tagli lineari che spesso negli ultimi anni è stata spacciata come revisione: prima si taglia, poi ci si adegua. Con effetti ancora più distorsivi.
Il timore è che invece il governo voglia procedere con l’accetta. La spesa sanitaria continua a diminuire, tanto che secondo stime Ocse dal 2010 al 2014 è stata tagliata di quasi l’8%. Ulteriori riduzioni non faranno che aumentare ancora tale percentuale, nascondendo il taglio che ci sarà dietro parole come “efficientamento” e “squilibri” da correggere. Yorma Gutgeld, nuovo commissario alla spesa, era stato chiaro: si parla di almeno altri 10 miliardi da qui al 2016.
I primi effetti cominciano già a farsi sentire. A ferragosto, infatti, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto con il quale al fondo sanitario viene data una iniziale sforbiciata per 2.35 miliardi. Obiettivo? Eliminare “prestazioni improprie”. Secondo quali criteri? E’ caustico Luca Zaia, governatore del Veneto: “Vogliono stringere la garrota, su 200 esami, multare i medici (e quindi mettere in croce i malati) per prescrizioni improprie, che non si sa come e da chi dovrebbero essere definite tali. Persino il colesterolo cade sotto la mannaia; si potrà misurarlo solo una volta ogni cinque anni. Stringono in odontoiatria in un momento di crisi nel quale il dentista privato è sempre meno alla portata della gente. E in medicina nucleare”.
Filippo Burla
http://www.ilprimatonazionale.it/economia/finanziaria-ancora-nuovi-tagli-in-arrivo-per-la-sanita-29406/
-
Come la Grecia: l’Italia vende i suoi porti (Il Primato Nazionale)
Il Porto di Capri. Uno dei siti oggetto di privatizzazione
Roma, 21 ago – L’Italia non è come la Grecia. Non lo è per il potenziale economico che rappresenta. Perchè nonostante i lunghi anni di crisi restiamo pur sempre la terza economia dell’Eurozona. Ma soprattutto per quella capacità produttiva industriale che gli ellenici non hanno mai avuto più rivolti ad un’economia di tipo primario.
E quindi, l’Italia non è come la Grecia ma a volte la imita e ne segue pedissequamente le stesse orme.
E’ notizia recente che Invitalia, una società controllata dal Ministero del Tesoro, abbia deciso di mettere in vendita cinque marine turistiche per un patrimonio complessivo stimato in 50 milioni di euro. L’Italia non è la Grecia, ma come il paese ellenico si mettono all’asta alcuni dei porti più prestigiosi lungo litorali meta del turismo d’élite.
E così scopriamo che all’asta sono finiti i moli di Capri, la marina d’Arechi nel golfo di Salerno, la marina di Portisco in Costa Smeralda, il porto delle Grazie a Roccella Jonica, in Calabria e l’area di Porto Lido a Trieste.
Nel computo totale si parla di circa 25 mila posti per le imbarcazioni, in zone che Invitalia dieci anni fa intendeva valorizzare per attirare investimenti e promuovere lo sviluppo turistico dei porti.
Poi sono arrivati i problemi giudiziari a carico dell’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri e del capo della gestione smaltimento rifiuti di Roma Manlio Cerroni, indagati per frode e abuso d’ufficio. I ritardi nella pubblicazione del bando hanno ulteriormente disseminato di ostacoli l’operazione di dismissione dei moli che ancora oggi presenta non pochi dubbi.
Due parlamentari del Pd, Vincenza Bruno e Nicola Stumpo, nel frattempo, firmano un’interrogazione parlamentare nella quale evidenziano come le modifiche apportate da Invitalia al bando di dismissione dei moli, presentino nel dettaglio alcune anomalie, come la riserva di una quota del 31% a favore di enti e/o imprese pubbliche. Una modifica che a detta dei due parlamentari introduce una limitazione di acquisto ai privati che in sostanza si concretizza in una palese agevolazione a favore degli enti comunali interessati all’acquisto.
Nessun segreto quindi nel caso di Roccella Jonica, dove lo stesso ente comunale ha formulato un’offerta di acquisto a Invitalia nonostante sia presente una norma che impedisce ai comuni con meno di 30 mila abitanti di detenere partecipazioni.
O a Capri dove il consiglio comunale ha deliberato l’acquisto del 49% della partecipazione del porto obbligando Invitalia a non cedere la rimanente quota a privati. E difatti fra le buste d’asta presentate c’è quella del confinante comune di Anacapri.
Insomma, siamo di fronte ad una “creativa” ed “innovativa” nuova formula di privatizzazione dove lo Stato vende ai comuni cedendo oneri e diritti come se fosse un sistema di vasi comunicanti.
Da una parte abbiamo il Pd che spinge, nella più fedele ortodossia liberista, verso la privatizzazione selvaggia, dall’altra le esigenze di spartizione borbonica tipiche della politica italiana.
No, l’Italia non è come la Grecia, ma a volte riesce ad essere anche peggio.
Giuseppe Maneggio
http://www.ilprimatonazionale.it/economia/come-la-grecia-litalia-vende-i-suoi-porti-29343/
-
Debito pubblico in calo, ma è solo un artificio contabile (Il Primato Nazionale)
Roma, 14 ago – Nel mese di giugno il debito pubblico, a sorpresa, si riduce. Rispetto a maggio segnalano i tecnici di Banca d’Italia nel loro bollettino periodico l’indebitamento della pubblica amministrazione ha infatti segnato -14.6 miliardi, calando così nel complesso da 2218.2 a 2203.6 miliardi. Una riduzione dello 0.6% che però segna un’inversione di tendenza rispetto all’andamento degli ultimi anni.
O forse no? Sempre da via Nazionale spiegano che “la diminuzione è stata sostanzialmente uguale all’avanzo di cassa del mese“, che si attesta a 14.5 miliardi. Inoltre, “la rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione, il lieve apprezzamento dell’euro e gli scarti di emissione hanno diminuito il debito per 0,1 miliardi”. La somma fra queste due voci fa proprio 14.6 miliardi, cioé il livello di indebitamento ridotto nel corso del periodo.
Si tratta di eventi non eccezionali, ma nemmeno strutturali. Vale a dire che, pur essendo il dato senza dubbio positivo, non è (ancora) possibile parlare di tendenza che sarà possibile replicare sul lungo periodo. Il debito è previsto sì in discesa dall’attuale 132 circa al 123% entro il 2018, ma le stime sono basate anche su obiettivi di crescita che difficilmente verranno raggiunti.
Inoltre è da rilevare come, ampliando il raggio dell’analisi, il segno da negativo diventa positivo. Nei primi sei mesi dell’anno infatti, scrivono sempre da Palazzo Koch, Nei primi sei mesi dell’anno, il debito delle amministrazioni statali è infatti nel complesso aumentato di 68,7 miliardi, arrivando alle cifre record degli ultimi mesi.
Filippo Burla
http://www.ilprimatonazionale.it/economia/debito-pubblico-in-calo-ma-e-solo-un-artificio-contabile-29009/
-
Lezioni di sovranità monetaria: la Cina svaluta lo yuan (Il Primato Nazionale)
Pechino, 11 ago – La Cina di questi tempi sta polarizzando l’attenzione dei mercati finanziari e della comunità internazionale. E’ di poche ore fa la notizia che la Banca Popolare cinese – istituto centrale statale che detiene il potere di gestione della politica monetaria – ha deciso di svalutare lo yuan del 2%. La decisione, spiegano le autorità cinesi, è stata assunta per orientare il cambio in senso più favorevole al mercato. La parità yuan-dollaro, che ieri era a 6,1162, passa a 6,2298. E’ una delle più rilevanti svalutazioni nella storia della moneta cinese.
La svalutazione dello yuan contribuirà a sostenere le esportazioni di Pechino che nel mese di luglio, ricordiamolo, erano crollate in termini annui dell’8,3%. Da marzo la Banca Popolare cinese supportava un tasso di cambio pressoché fisso dello yuan nei confronti del dollaro per aumentare il suo utilizzo a livello internazionale e ad accelerare l’aggiunta nel paniere di diritti speciali di prelievo.
E’ interessante constatare come l‘attuale struttura della Banca Popolare Cinese ricalchi intenzionalmente il sistema della Federal Reserve degli Stati Uniti d’America, con la differenza, non trascurabile, che quest’ultima, è una struttura privata e indipendente del governo statunitense, con finalità pubblicistiche e con alcuni aspetti di natura privatistica, mentre la prima fa parte del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese. Di conseguenza, tutti gli strumenti di leva monetaria sono nelle mani del governo di Pechino.
Se mai questa operazione di svalutazione, voluta dal governo cinese, dovesse essere il preludio di una nuova guerra valutaria, l’Europa, con una Bce completamente svincolata dal controllo politico, ne uscirebbe con le ossa rotte. La svalutazione non piace nemmeno agli Stati Uniti, che da anni chiedono una rivalutazione dello yuan. Il presidente cinese Xi Jinping sarà in visita ufficiale negli Stati Uniti a fine settembre e il tema sarà sicuramente sollevato da Obama.
Com’era prevedibile, intanto in Europa i titoli delle case automobilistiche e quelli dei beni di lusso hanno avuto pessime performance sul mercato azionario: la Cina rappresenta infatti un importante mercato per questo genere di prodotti, che è tra i più colpiti dalla svalutazione dello yuan.
Giuseppe Maneggio
http://www.ilprimatonazionale.it/economia/lezioni-di-sovranita-monetaria-la-cina-svaluta-lo-yuan-28876/
-
Matteo l’Eretico: Salvini sempre più lontano dalle destre bigotte (Primato Nazionale)
Roma, 10 ago – Chiamatelo “Matteo l’Eretico”. I rapporti fra Salvini e le gerarchie ecclesiastiche non sono mai stati tanto tesi. Pomo della discordia, neanche a dirlo, l’immigrazione, che il Vaticano benedice con le solite motivazioni umanitarie e che invece il leader del Carroccio mette al centro del suo mirino politico.
L’ultima querelle, durissima, è stata con il direttore del quotidiano cattolico Avvenire, Marco Tarquinio, che ha usato toni davvero aspri contro il segretario federale della Lega: “Chi, in Italia come in qualunque altra parte d’Europa e del mondo, capovolge addirittura la disperazione di questi perseguitati in atto di ‘invasione’ è, e la storia lo marchierà inesorabilmente così, di fatto un complice attivo di dittatori, sfruttatori, trafficanti e tagliagole”.
Tarquinio si dichiara stanco “di questi politici che magari, come ieri Matteo Salvini, sembrano aver imparato un po’ di formali buone maniere, ma continuano a chiamare sprezzantemente ‘clandestini’ altri essere umani, insistono a spacciare le favole false, feroci e tristi dei migranti trattati da ‘signori’ a scapito dei poveri di casa nostra e non si vergognano di presentarli, a giorni alterni, come sfaccendati assoluti o come pericolosi rubalavoro. Siedono in Parlamento, hanno diritto di parola e di voto in Europa, governano: si decidano a fare ciò che è giusto e la smettano di parlare a vuoto”.
Il tono, imperativo e sprezzante, è lo stesso degli eurocrati che commissariano gli stati nazionali: esistono autorità non elette che trattano i politici da camerieri. In alcuni casi sono autorità economiche, in altri autorità “morali”. La risposta di Salvini, al solito su Facebook, non si è fatta attendere: “Il signor Tarquinio, direttore del giornale dei vescovi Avvenire, ha attaccato me e la Lega scrivendo che ‘chi parla di invasione… è complice di dittatori, sfruttatori, trafficanti e tagliagole’. Il signor Tarquinio, che forse vive su Marte, non usa autobus e treni e non ha problemi di lavoro, si deve vergognare! P.s. Di rischio INVASIONE parlava anni fa Monsignor Maggiolini. Ma ‘Tarquinio il Clandestino’ non se lo ricorda…”.
Ma il leader leghista non si spaventa neanche quando deve affrontare pezzi più grossi del cattolicesimo. Compreso… il più grosso. Quando qualche giorno fa Bergoglio ha parlato dei respingimenti come di “atti di guerra” (in realtà era una semplificazione giornalistica, il discorso ufficiale era più complesso, ma comunque nessuna smentita è venuta dal Vaticano), Salvini ha replicato: “Con tutto il dovuto rispetto per Papa Francesco, respingere i clandestini non è un crimine ma, anzi, un dovere di qualunque buon amministratore, cattolico o no”.
Ma è solo l’ultima di una serie di polemiche che vanno avanti da un po’. Il 14 luglio scorso, intervistato da Rtl 102.5, Salvini ha detto di aver provato “fastidio” vedendo il Papa accettare da Evo Morales il crocifisso a forma di falce e martello.
Il 17 giugno, dopo che il pontefice aveva detto di “chiedere perdono per le persone e le istituzioni che chiudono la porta a questa gente che cerca vita, una famiglia, che cerca di essere custodita”, il leader leghista ha replicato: “Quanti rifugiati ci sono in Vaticano?”.
Il 6 giugno del 2014, invece, era arrivata un’altra stilettata via Facebook: “Papa Francesco si lamenta perché, quando lui prendeva l’autobus a Roma e salivano degli zingari, gli autisti dicevano ai passeggeri ‘Attenti al portafoglio’. Chissà come mai… Caro Pontefice, con tutto il rispetto che ti è dovuto, io comunque dico… buon lavoro agli autisti!”.
Insomma, quella di Salvini sembra una precisa strategia. Non anticristiana – la polemica contro il crocifisso “revisionista” voleva appunto ricordare i cristiani uccisi per mano comunista – ma sicuramente condita con un pizzico di anticlericalismo.
Una linea politica che gode di ampi consensi nella società italiana e che inoltre lascia la Lega salviniana libera di affrontare i nodi dell’attualità senza camicie di forza confessionali. Insomma, una scelta laica e in qualche modo strapaesana, che manda in pensione il vecchio leghismo integralista alla Pivetti e va nella direzione esattamente opposta rispetto a certa destra nostrana che, pur venendo da una tradizione politica non bigotta, si è ultimamente convertita alle ragioni dello “scontro di civiltà” per meri calcoli elettorali. I fronti, ormai, si vanno delineando con sempre più chiarezza…
Adriano Scianca
http://www.ilprimatonazionale.it/politica/matteo-leretico-salvini-sempre-piu-lontano-dalle-destre-bigotte-28833/
-
Provocazione di Salvini: “Nuovo Nazareno su embargo russo e contro la Fornero”
Il Primato Nazionale
Roma, 10 ago – La stagione dei patti fra maggioranza e opposizione non è finita? Così si direbbe a sentire le parole del leader della Lega Nord Matteo Salvini che, terminata l’esperienza Renzi – Berlusconi, si candida come controparte per una nuova inedita alleanza di scopo.
“Il nuovo patto del Nazareno lo faccio io“, ha spiegato il segretario del Carroccio intervistato da Libero. Al netto della boutade, restano comunque alcuni punti importanti. Salvini non chiude infatti aprioristicamente la porta a qualsiasi forma di dialogo: “Sui temi quali l’embargo russo, gli studi di settore, la legge Fornero e le tasse io mi siedo al tavolo con chiunque“, spiega. Quattro fra i punti più importanti delle più recenti battaglie leghiste. Non compare invece l’immigrazione, probabilmente perché dall’altra parte la sensibilità è un tantino diversa.
“Magari precisa Salvini non chiamiamolo proprio Patto del Nazareno, che suona male. Comunque, avendo la Lega come priorità bene del Paese, l’ideale sarebbe andare al voto. Subito. Ma mi pare che siamo gli unici a volerlo, a questo punto vanno bene anche le alleanze strategiche solo su temi che per noi sono prioritari”. E ancora: “Non mi fido di Renzi, se domani però mi telefonasse e mi dicesse che le priorità di governo non sono più lo ius soli, o le unioni gay; e parliamo di lavoro e tasse, io prendo la macchina, il treno, l’aereo e vengo giù a Roma, subito. Anzi, guardi, ci vengo a piedi. Il resto non conta”.
Più che una proposta, l’idea di Salvini assume così sempre più i contorni della provocazione con l’obiettivo di puntare il dito contro Parlamento e Governo che si occupano di temi del tutto avulsi dalla realtà sociale dell’Italia: “Non vedo la coda di gente al bar che mi avvicina e mi dice: Forza Salvini, andate avanti sul Senato elettivo…“.
Roberto Derta
http://www.ilprimatonazionale.it/politica/la-provocazione-di-salvini-un-nuovo-nazareno-sullembargo-russo-e-contro-la-fornero-28823/
Meno Europa “Nel nome del ‘Più Europa’ si sono accettati provvedimenti che hanno messo in ginocchio la nostra economia. La difesa dell’ euro si attua quindi sulla pelle degli italiani, creando a bella posta disoccupati e fallimenti.” “Consentire la distruzione del reddito distorce anche il concetto di inflazione come eravamo abituati a considerarlo: infatti anche in presenza di prezzi stabili (o addirittura in calo) se il reddito si riduce fortemente ecco che il potere d’ acquisto svanisce. Un prodotto che costa 100 apparirà doppiamente caro per il lavoratore che sarà stato costretto ad un dimezzamento di stipendio. In pratica 100 per cento di inflazione pur con prezzi immobili. Anche la rata del mutuo, se pur bassa, diventa insostenibile se il reddito si dimezza.” “Pertanto fuori dall’euro il prima possibile, possibilmente concordando l’ uscita con i partner europei, per riequilibrare la nostra competitività e riconquistare per mezzo della sovranità monetaria l’ autonomia di manovra per attuare politiche anticicliche. Si intende anche recuperare la nostra democrazia riprendendo l’ autonomia legislativa necessaria per poter attuare ogni azione a tutela del nostro lavoro e della nostra impresa.” “Il governo Monti -Letta -Renzi ha fatto solo l’ interesse delle grandi imprese globalizzate e delocalizzate, di qui il plauso costante di Confindustria. Le piccole medie imprese che hanno sinora resistito continuando a tentare di produrre sul nostro territorio senza delocalizzare. La nostra politica economica sarà disegnata su di loro con interventi di forte detassazione e semplificazione normativa in modo che, insieme al recupero della sovranità monetaria, produrre in Italia diventi semplice e conveniente.” La chiave del nostro modello sarà la produzione domestica, non certo l’ importazione di beni di scarsa qualità prodotti chissà dove. Se molti imprenditori italiani hanno deciso di delocalizzare salvando i propri profitti a scapito dei posti di lavoro si preparino a fare marcia indietro perché è nostra ferma intenzione costruire velocemente le condizioni per un percorso inverso. In quest’ ottica inoltre ci opporremo con forza al disegno di far diventare le banche popolari facile preda di istituti stranieri: il voto capitario, se pur strumento perfettibile, ha consentito la simbiosi banca -territorio necessaria per la prosperità di intere regioni. In teoria potrebbe diventare un modello addirittura per la futura Banca d’ Italia statale e di proprietà popolare con un’ azione dell’ istituto di emissione inalienabile e assegnata per nascita a tutti i cittadini.” politiche anticicliche mirate alla piena occupazione “I governi Monti Letta e Renzi hanno attuato politiche pro cicliche che hanno creato disoccupazione. In recessione l’ austerità è suicida. I trattati europei (Fiscal Compact in primis) devono essere subordinati alla sostenibilità economica e alla priorità della ricerca della massima occupazione. Lo stato deve pertanto essere in grado di poter avere flessibilità di bilancio (meno tasse o maggior deficit) qualora l’ economia risulti in recessione e il tasso di disoccupazione sia superiore alla disoccupazione fisiologica. Sia sancito il predominio delle necessità economiche dello stato rispetto a qualsiasi trattato europeo.” no Ttip “Spalancare ulteriormente l’ Italia alla concorrenza estera mentre la nostra industria, la nostra agricoltura e il nostro allevamento sono in ginocchio significherebbe dare il colpo di grazia alla nostra economia. Entrare in aree di libero scambio sempre più grandi, con lo svantaggio di una moneta artificialmente sopravvalutata per la nostra economia e, per di più, demandando ad altri le autorità di controllo e sorveglianza equivale a mettere a nuotare i nostri figli in una piscina piena di coccodrilli. Non lo permetteremo”. (Matteo Salvini) GUARDA E DIFFONDI TUTTI I VIDEO VERITA’ DI NEROITALICO. VISITA IL SUO CANALE https://www.youtube.com/channel/UCAkxqy4Nx5wvtSdxNvLOtPA
Commento
Roma, 22 mag – Dopo anni di recessione, era inevitabile che anche il comune di Napoli, con i conti forse più disastrati d’Italia, aderisse al cosiddetto “fondo salva-comuni“. Alla luce della disciplina normativa della finanza degli enti comunali è da notare che in merito agli effetti dell’attivazione degli istituti del dissesto finanziario non ci sono differenze sostanziali rispetto al fiscal compact e annesso fondo salva-Stati, ovvero l’applicazione a livello locale della politica del pareggio di bilancio, costituzionalizzato nel 2012 con la riforma dell’art. 81. Al lato pratico si ha un commissariamento del Comune. Nel caso di dissesto vero e proprio si ha un commissariamento formale e deliberato cui segue l’istituzione di una commissione di “burocrati” ministeriale; invece nel caso di pre-dissesto i controllori sono la Sezione Regionale della Corte dei Conti, il ministero dell’Interno e il ministero dell’Economia.
Così come in entrambi i casi si profila un commissariamento, così in entrambi i casi, poihé viene applicata la politica del pareggio di bilancio, definita altrimenti austerità, sarnno posti nuovi limiti e vincoli sulle possibilità di indebitamento (deficit di bilancio pubblico) e sarà imposto di rispettare il pareggio nei saldi di parte corrente e finale, di cassa e competenza, a preventivo e a consuntivo. Tutto ciò si traduce in tagli alla spesa
sociale, aumento delle tariffe sui servizi, svendita del patrimonio pubblico, privatizzazioni oltre a tradursi nella eliminazione della ai aver capito anche l’elettore medio di Fare, si traduce in un peggioramento dei conti e quindi in un indebitamento ulteriore del Comune. Inoltre, l’approvazione del piano di riequilibrio finanziario è la strada per poter accedere al fondo di rotazione (fondo salva-Comuni) che non è altro che un’altra forma di indebitamento (anticipazioni di liquidità). Si alimenta così la spirale di coprire i debiti con altri debiti. Quello che non si riesce a capire è che il problema reale sta a monte.
La politica di pareggio di bilancio viene imposta dalla Troika agli Stati per salvare l’euro e gli Stati a loro volta impongono detta politica agli enti locali. Si salvano gli Stati per salvare l’Euro ma in realtà si stanno salvando le banche (che hanno in “pancia” i titoli di questi stati così come i titoli derivati).
Si sta tentando in tutti i modi di ritardare l’inevitabile armageddon finanziario, e per farlo
ovviamente si strangola l’economia reale, diventata semplicemene un inutile spreco di risorse. L’euro stesso è ormai un pilastro del sistema finanziario transatlantico, sistema nel quale le banche commerciali sono state inglobate nelle banche speculative e poiché lo stesso sistema è dedito principalmente alla finanza speculativa, esso stesso è
diventato ormai una bisca speculativa in completa bancarotta e destiato alla disintegrazione. Si calcola l’esistenza di centinaia di trilioni (un trilione è pari a 1000 miliardi) di dollari di derivati ed altra carta straccia il cui valore nominale ha perso oramai da anni qualunque ancoraggio con la realtà. Nessuno potrà ripagare, in nessun modo, questo enorme ed irrazionale debito. Come si noterà, sono le grandi banche
(dedite principalmente alla speculazione) ad essere sull’orlo del fallimento al punto che in tutta Europa sono pronte le leggi che consentono il prelievo forzoso sui conti correnti e su tutto ciò che è depositato nelle banche. Aggiungiamo che i mercati delle materie prime
sono in caduta libera e i debiti legati a questi mercati ormai privi di valore, ed infatti società petrolifere, minerarie e di trasporto sono in bancarotta.
Non se ne uscirà in modo indolore, ovviamente, ma l’importante è tacitare con le buone o con le cattive la massa di ridicoli ciarlatani che usano a pretesto quello che è un problema
finanziario per ciarlare di “stagnazione secolare”, “decrescita” e “limiti dello sviluppo”. Marginalisti ed ambientalisti, uniti nel fronte comune per la lotta allo sviluppo in quanto potenzialmente foriero di cambiamento, cialtroni genocidi che parlano di “adattamento” ed altre storie cripto-darwiniste (in riferimento ad darwinismo sociale di
Spencer). Non c’è nessuna stagnazione secolare, non c’è alcun liite allo sviluppo, non c’è alcun picco delle risorse, ma c’è una politica folle di austerità posta al servizio degli interessi delle banche e dei fondi speculativi che ha scientemente deciso di sacrificare l’economia reale. Vogliamo la controprova? Recuperiamo la nostra sovranità
monetaria, nazionalizziamo i settori strategici ed impostiamo una politica di investimenti pubblici di lungo e lunghissimo periodo. E vedremo se siamo veramente destinati al sottosviluppo.
Matteo Rovatti, Il Primato Nazionale
http://www.ilprimatonazionale.it/economia/austerita-soluzione-sovranita-45318/
Gianluca Iannone, presidente di Casapound Italia, intervistato da Affaritaliani.it, commenta i risultati delle elezioni comunali a Bolzano che hanno visto Casapound triplicare i voti rispetto alla tornata elettorale del 10 maggio 2015.
A Bolzano siete passati dal 2,4% dell'anno scorso al 6,7%. Un vero successo e avete anche sottratto diversi voti alla Lega che infatti è scesa?
"Sì, vero. Penso che il lavoro fatto sul territorio nell'ultimo periodo abbia pagato perché come tutti sanno c'è chi non vive di sole elezioni ma di militanza quotidiana sul territorio e quindi alla fine l'elettorato ci ha premiato".
Casapound è concorrente di Lega-Fratelli d'Italia in tutto il Paese?
"Certo, siamo un'altra cosa visto che loro continuano a ripetere questo balletto del Centrodestra e del polo moderato. Fatto sta che non si sente più parlare dell'uscita dall'Unione europea, del blocco dell'immigrazione, così come non si sente più parlare di priorità ai produttori e ai lavoratori italiani. Sono rientrati tutti quanti nel grande bluff del Centrodestra. Noi, ovviamente, continuiamo per la nostra strada andando da soli".
Anche alle elezioni politiche vi presenterete da soli?
"Sì, certo".
Qual è l'errore di Salvini? Troppo moderato e berlusconiano?
"Esattamente, ha perso una grande occasione. Ha lavorato bene negli ultimi due anni e
noi abbiamo fatto insieme con lui un percorso, visto che trovavamo in lui un politico che diceva quello che noi diciamo da sempre. Poi le cose sono andate come tutti sanno: Salvini è partito incendiario ed è morto pompiere. E' fnito così tornando a fare quello che faceva prima. Ha perso un'occasione d'oro".
Quindi si può dire che è Casapound e non la Lega il rappresentante in Italia del vento di destra che sta interessando diversi paesi europei tra cui l'Austria e la Germania?
"Si deve dire questo".
E Marine Le Pen in Francia? Il Front National è vicino a Casapound?
"Non credo. Penso che sia anche lì un'operazione decisamente moderata. La Meloni inneggiava a Sarkozy quando a vincere le elezioni in Francia era lo stesso Sarkozy e tutti stavano con il polo moderato, ora invece rispolverano la Le Pen. Noi andiamo avanti per la nostra strada unendo a noi persone di buona volontà".
Se fosse al telefono con Matteo Salvini, che cosa gli direbbe?
"Matteo, hai fatto una sciocchezza e hai perso una grande occasione".
http://www.affaritaliani.it/politica/casapound-gianluca-iannone-commenta-elezioni-bolzano-421251.html
Quando un leader pur avendo la possibilità di relazionarsi con consiglieri capaci e preparati (che pure ci sono) decide di circondarsi di imbecilli a cui dar retta e farsi dettare l'agenda politica, merita di sfracellarsi. È la sorte che tocca a Salvini che non solo ha richiamato in vita un cadavere politico, ma poi, in un'Italia incapace di esplodere
socialmente per pavidità (e che quindi sublima desiderando radicalità elettorale) lascia la postazione che l'ha spinto in alto e si mette a fare il moderato per puntare ad un "centro" disintegrato. Si farà tanto male a Roma e probabilmente a Milano. E forse non avrà una seconda possibilità. Diversamente Bossi sarebbe stato zitto e Maroni avrebbe continuato a fare il pesce in barile.... invece.
«In Europa c’è un vento di cambiamento che sta ampliando enormemente i
consensi dei partiti populisti. Dopo la Francia ora anche in Austria:
gli europei si sono stufati dell’Ue e dell’immigrazione selvaggia»: così
Simone Di Stefano, vicepresidente di Casapound Italia e candidato
sindaco del movimento a Roma, ha commentato il sorprendente risultato
nel primo turno delle presidenziali austriache di Norbert Hofer del
partito populista Fpo, primo con oltre il 35% dei consensi.
L’analisi del leader delle tartarughe frecciate evidenzia come la crisi economica
e sociale in Europa abbia bisogno di nuovi interlocutori: «Assistiamo
ad una notevole stagnazione economica, unita all’invasione di immigrati.
Il voto austriaco, con popolari e socialdemocratici nettamente
ridimensionati, conferma che il popolo non crede possono arrivare
soluzioni virtuose dai partiti che hanno governato finora». Il vento
populista, in Italia, finora ha premiato solo in parte i movimenti
sovranista di destra (preferendo indirizzarsi verso il M5S) ma Di
Stefano è convinto che il quadro possa cambiare: «In Europa abbiamo
consolidati contatti con alcuni dirigenti del Front National in Francia e
con Alba Dorata in Grecia. Il nostro auspicio è che questo vento
populista possa far crescere Casapound nelle prossime amministrative».
Intanto il movimento Casapound in molti comuni sarà alternativo a
Fratelli d’Italia e Lega, altri soggetti politici dell’area sovranista.
Gianluca Iannone, presidente di Cp (intervenuto a Bari per l'apertura
della sede regionale), traccia questo quadro: «Noi dialoghiamo con
chiunque si riconosca nelle nostre tesi. La Meloni? Avrà qualcosa da
nascondere: ogni qualvolta si parla di noi, ha atteggiamenti stizzosi.
Con Salvini non c'è più collaborazione. Abbiamo fatto un percorso
insieme perché il leader della Lega per un periodo ha sostenuto tesi che
Casapound, su mondialismo e sovranità, difende da sempre». Per Di
Stefano «Salvini e Meloni ripropongono un vecchio schema che guarda alla
leadership nel centrodestra, mentre c’è necessità di un cambiamento
radicale. Se vogliamo raccogliere le istanze dei popoli europei non
basta riproporre la formula della Casa della Libertà, come a Milano,
dove la Lega è alleata con il Ncd di Lupi e Alfano». Rimettere insieme i
vari pezzi dell’area sovranista? «Salvini deve rompere con le posizioni
di Maroni e Giorgetti, ma nel suo partito non ha i numeri per una
svolta. Anche a Storace abbiamo chiesto di superare la formula della
"riaggregazione" perenne dei colonnelli di An. Per ora andiamo dritti
per la nostra strada e contiamo di entrare in consiglio comunale a Roma.
Con la sola forza delle nostre idee».
«Forza Italia è un partito di centro, noi lo abbiamo sempre sostenuto. Berlusconi è finito quando ha subito il golpe dello spread e poi si è subito alleato con chi quel
golpe lo aveva organizzato. Berlusconi è il passato della politica
italiana, chi vuole guardare al futuro deve superare il rapporto con
lui. Noi lo abbiamo superato da tempo, stiamo chiaramente in un altro
campo e aspettiamo che arrivino anche gli altri».
Michele De Feudis
http://www.iltempo.it/politica/2016/04/25/di-stefano-casapound-crescera-col-vento-populista-come-in-austria-1.1532778
“E’ sfumato perché Salvini e Meloni non hanno il coraggio di avere un dialogo con noi, questo è abbastanza chiaro, lo ha detto lei, lo ha detto lui, e prendiamo atto. Non c’è la voglia di farlo, continuano a guardare al centro ed ai moderati.”
Nascerà la Lega Nazionale?
“Noi auspichiamo che questo progetto prenda piede. Attualmente Matteo
Salvini è incastrato tra il suo progetto Nazionale ed i vecchi leghisti che lo
avvisano non scenderanno sotto Viterbo. Finché non rompe con i vecchi leghisti
della ‘Padania Libera’ difficilmente cambieranno le cose.Se lo farà, ognuno sarà libero di parteciparvi. Se ci sarà, ci saremo.
Nessuno potrà sbatterci fuori dalla porta, però bisogna vedere se c’è la
volontà di fare le cose sul serio.
Quando sento dire: “Quelli di CasaPound no perché sono i
mostri brutti e cattivi”, sento puzza di moderatismo. La Le Pen
va avanti da sola senza strizzare l’occhio a Sarkozy. L’Europa
è piena di movimenti nazionalisti che vincono perché non stanno lì a sperare di
intercettare il voto moderato. Quando affermano che siamo troppo forti, capisco
c’è l’intenzione di rimanere nel vecchio centro-destra.
Se Salvini va avanti da solo e ‘spacca tutto’, noi ci siamo. Altrimenti se
deve fare i passetti ed i balletti moderati, non ci interessa.”
"Vecchio centro-destra: OSPIZIO DELLA POLITICA"
leggi su il Primato Nazionale
Il Primato Nazionale
leggi il testo nella risposta sotto:
leggi sotto
Leggi sotto:
link vedi sotto:
Economia: Renzi canta vittoria ma ha fatto peggio di tutti
Sempre e per sempre W ZIO!
Roma, 23 ago – La promessa è sempre la solita, vale a dire la della riduzione del carico fiscale. Non poteva essere altrimenti: in ogni avvicinamento alla finanziaria d’autunno si sprecano le indiscrezioni sui miliardi e, soprattutto, su quali e quante aliquote saranno sottoposte a revisione. La realtà che esce dall’esame parlamentare è poi, in genere, ben diversa e fatta di tagli, risparmi e minori spese della macchina pubblica, un deflattore del Pil senza che a ciò corrisponda alcuna riduzione delle imposte che cittadini ed imprese son chiamati a versare.
Il canovaccio, in questa estate 2015 in cui circolando le prime bozze e idee sulla legge di stabilità dell’anno venturo, non sembra voler cambiare. Anzitutto le cifre: si parla di una manovra di circa 25-30 miliardi, quattro dei quali destinati ad eliminare l’Imu sulla prima casa. Dato che però in ragioneria pubblica il principio dei vasi comunicanti dev’essere rispettato, rimane da chiedersi dove verranno le coperture.
Un’idea l’ha lanciata Carlo Cottarelli, commissario alla revisione della spesa recentemente “dimissionato” da Renzi. Intervento al Meeting di Rimini, Cottarelli ha spiegato che nel settore della sanità sono ancora possibili tagli “tra i 3 ed i 5 miliardi senza stravolgere il sistema, senza contare i risparmi sugli acquisti di beni e servizi”. Cottarelli però avverte che l’importante “è procedere con un intervento mirato”, cioé evitare la politica di tagli lineari che spesso negli ultimi anni è stata spacciata come revisione: prima si taglia, poi ci si adegua. Con effetti ancora più distorsivi.
Il timore è che invece il governo voglia procedere con l’accetta. La spesa sanitaria continua a diminuire, tanto che secondo stime Ocse dal 2010 al 2014 è stata tagliata di quasi l’8%. Ulteriori riduzioni non faranno che aumentare ancora tale percentuale, nascondendo il taglio
I primi effetti cominciano già a farsi sentire. A ferragosto, infatti, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto con il quale al fondo sanitario viene data una iniziale sforbiciata per 2.35 miliardi. Obiettivo? Eliminare “prestazioni improprie”. Secondo quali criteri? E’ caustico Luca Zaia, governatore del Veneto: “Vogliono stringere la garrota, su 200 esami, multare i medici (e quindi mettere in croce i malati) per prescrizioni improprie, che non si sa come e da chi dovrebbero essere definite tali. Persino il colesterolo cade sotto la mannaia; si potrà misurarlo solo una volta ogni cinque anni. Stringono in odontoiatria in un momento di crisi nel quale il dentista privato è sempre meno alla portata della gente. E in medicina nucleare”.
Filippo Burla
http://www.ilprimatonazionale.it/economia/finanziaria-ancora-nuovi-tagli-in-arrivo-per-la-sanita-29406/
Il Porto di Capri. Uno dei siti oggetto di privatizzazione
Roma, 21 ago – L’Italia non è come la Grecia. Non lo è per il potenziale economico che rappresenta. Perchè nonostante i lunghi anni di crisi restiamo pur sempre la terza economia dell’Eurozona. Ma soprattutto per quella capacità produttiva industriale che gli ellenici non hanno mai avuto più rivolti ad un’economia di tipo primario.
E quindi, l’Italia non è come la Grecia ma a volte la imita e ne segue pedissequamente le stesse orme.
E’ notizia recente che Invitalia, una società controllata dal Ministero del Tesoro, abbia deciso di mettere in vendita cinque marine turistiche per un patrimonio complessivo stimato in 50 milioni di euro. L’Italia non è la Grecia, ma come il paese ellenico si mettono all’asta alcuni dei porti più prestigiosi lungo litorali meta del turismo d’élite.
E così scopriamo che all’asta sono finiti i moli di Capri, la marina d’Arechi nel golfo di Salerno, la marina di Portisco in Costa Smeralda, il porto delle Grazie a Roccella Jonica, in Calabria e l’area di Porto Lido a Trieste.
Nel computo totale si parla di circa 25 mila posti per le imbarcazioni, in zone che Invitalia dieci anni fa intendeva valorizzare per attirare investimenti e promuovere lo sviluppo turistico dei porti.
Poi sono arrivati i problemi giudiziari a carico dell’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri e del capo della gestione smaltimento rifiuti di Roma Manlio Cerroni, indagati per frode e abuso d’ufficio. I ritardi nella pubblicazione del bando hanno ulteriormente disseminato di ostacoli l’operazione di dismissione dei moli che ancora oggi presenta non pochi dubbi.
Due parlamentari del Pd, Vincenza Bruno e Nicola Stumpo, nel frattempo, firmano un’interrogazione parlamentare nella quale evidenziano come le modifiche apportate da Invitalia al bando di dismissione dei moli, presentino nel dettaglio alcune anomalie, come la riserva di una quota del 31% a favore di enti e/o imprese pubbliche. Una modifica che a detta dei due parlamentari introduce una limitazione di acquisto ai privati che in sostanza si concretizza in una palese agevolazione a favore degli enti comunali interessati all’acquisto.
Nessun segreto quindi nel caso di Roccella Jonica, dove lo stesso ente comunale ha formulato un’offerta di acquisto a Invitalia nonostante sia presente una norma che impedisce ai comuni con meno di 30 mila abitanti di detenere partecipazioni.
O a Capri dove il consiglio comunale ha deliberato l’acquisto del 49% della partecipazione del porto obbligando Invitalia a non cedere la rimanente quota a privati. E difatti fra le buste d’asta presentate c’è quella del confinante comune di Anacapri.
Insomma, siamo di fronte ad una “creativa” ed “innovativa” nuova formula di privatizzazione dove lo Stato vende ai comuni cedendo oneri e diritti come se fosse un sistema di vasi comunicanti.
Da una parte abbiamo il Pd che spinge, nella più fedele ortodossia liberista, verso la privatizzazione selvaggia, dall’altra le esigenze di spartizione borbonica tipiche della politica italiana.
No, l’Italia non è come la Grecia, ma a volte riesce ad essere anche peggio.
Giuseppe Maneggio
http://www.ilprimatonazionale.it/economia/come-la-grecia-litalia-vende-i-suoi-porti-29343/
Roma, 14 ago – Nel mese di giugno il debito pubblico, a sorpresa, si riduce. Rispetto a maggio
O forse no? Sempre da via Nazionale spiegano che “la diminuzione è stata sostanzialmente uguale all’avanzo di cassa del mese“, che si attesta a 14.5 miliardi. Inoltre, “la rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione, il lieve apprezzamento dell’euro e gli scarti di emissione hanno diminuito il debito per 0,1 miliardi”. La somma fra queste due voci fa proprio 14.6 miliardi, cioé il livello di indebitamento ridotto nel corso del periodo.
Si tratta di eventi non eccezionali, ma nemmeno strutturali. Vale a dire che, pur essendo il dato senza dubbio positivo, non è (ancora) possibile parlare di tendenza che sarà possibile replicare sul lungo periodo. Il debito è previsto sì in discesa dall’attuale 132 circa al 123% entro il 2018, ma le stime sono basate anche su obiettivi di crescita che difficilmente verranno raggiunti.
Inoltre è da rilevare come, ampliando il raggio dell’analisi, il segno da negativo diventa positivo. Nei primi sei mesi dell’anno infatti, scrivono sempre da Palazzo Koch, Nei primi sei mesi dell’anno, il debito delle amministrazioni statali è infatti nel complesso aumentato di 68,7 miliardi, arrivando alle cifre record degli ultimi mesi.
Filippo Burla
http://www.ilprimatonazionale.it/economia/debito-pubblico-in-calo-ma-e-solo-un-artificio-contabile-29009/
Pechino, 11 ago – La Cina di questi tempi sta polarizzando l’attenzione dei mercati finanziari e della comunità internazionale. E’ di poche ore fa la notizia che la Banca Popolare cinese – istituto centrale statale che detiene il potere di gestione della politica monetaria – ha deciso di svalutare lo yuan del 2%. La decisione, spiegano le autorità cinesi, è stata assunta per orientare il cambio in senso più favorevole al mercato. La parità yuan-dollaro, che ieri era a 6,1162, passa a 6,2298. E’ una delle più rilevanti svalutazioni nella storia della moneta cinese.
La svalutazione dello yuan contribuirà a sostenere le esportazioni di Pechino che nel mese di luglio, ricordiamolo, erano crollate in termini annui dell’8,3%. Da marzo la Banca Popolare cinese supportava un tasso di cambio pressoché fisso dello yuan nei confronti del dollaro per aumentare il suo utilizzo a livello internazionale e ad accelerare l’aggiunta nel paniere di diritti speciali di prelievo.
E’ interessante constatare come l‘attuale struttura della Banca Popolare Cinese ricalchi intenzionalmente il sistema della Federal Reserve degli Stati Uniti d’America, con la differenza, non trascurabile, che quest’ultima, è una struttura privata e indipendente del governo statunitense, con finalità pubblicistiche e con alcuni aspetti di natura privatistica, mentre la prima fa parte del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese. Di conseguenza, tutti gli strumenti di leva monetaria sono nelle mani del governo di Pechino.
Se mai questa operazione di svalutazione, voluta dal governo cinese, dovesse essere il preludio di una nuova guerra valutaria, l’Europa, con una Bce completamente svincolata dal controllo politico, ne uscirebbe con le ossa rotte. La svalutazione non piace nemmeno agli Stati Uniti, che da anni chiedono una rivalutazione dello yuan. Il presidente cinese Xi Jinping sarà in visita ufficiale negli Stati Uniti a fine settembre e il tema sarà sicuramente sollevato da Obama.
Com’era prevedibile, intanto in Europa i titoli delle case automobilistiche e quelli dei beni di lusso hanno avuto pessime performance sul mercato azionario: la Cina rappresenta infatti un importante mercato per questo genere di prodotti, che è tra i più colpiti dalla svalutazione dello yuan.
Giuseppe Maneggio
http://www.ilprimatonazionale.it/economia/lezioni-di-sovranita-monetaria-la-cina-svaluta-lo-yuan-28876/
Roma, 10 ago – Chiamatelo “Matteo l’Eretico”. I rapporti fra Salvini e le gerarchie ecclesiastiche non sono mai stati tanto tesi. Pomo della discordia, neanche a dirlo, l’immigrazione, che il Vaticano benedice con le solite motivazioni umanitarie e che invece il leader del Carroccio mette al centro del suo mirino politico.
L’ultima querelle, durissima, è stata con il direttore del quotidiano cattolico Avvenire, Marco Tarquinio, che ha usato toni davvero aspri contro il segretario federale della Lega: “Chi, in Italia come in qualunque altra parte d’Europa e del mondo, capovolge addirittura la disperazione di questi perseguitati in atto di ‘invasione’ è, e la storia lo marchierà inesorabilmente così, di fatto un complice attivo di dittatori, sfruttatori, trafficanti e tagliagole”.
Tarquinio si dichiara stanco “di questi politici che magari, come ieri Matteo Salvini, sembrano aver imparato un po’ di formali buone maniere, ma continuano a chiamare sprezzantemente ‘clandestini’ altri essere umani, insistono a spacciare le favole false, feroci e tristi dei migranti trattati da ‘signori’ a scapito dei poveri di casa nostra e non si vergognano di presentarli, a giorni alterni, come sfaccendati assoluti o come pericolosi rubalavoro. Siedono in Parlamento, hanno diritto di parola e di voto in Europa, governano: si decidano a fare ciò che è giusto e la smettano di parlare a vuoto”.
Il tono, imperativo e sprezzante, è lo stesso degli eurocrati che commissariano gli stati nazionali: esistono autorità non elette che trattano i politici da camerieri. In alcuni casi sono autorità economiche, in altri autorità “morali”. La risposta di Salvini, al solito su Facebook, non si è fatta attendere: “Il signor Tarquinio, direttore del giornale dei vescovi Avvenire, ha attaccato me e la Lega scrivendo che ‘chi parla di invasione… è complice di dittatori, sfruttatori, trafficanti e tagliagole’. Il signor Tarquinio, che forse vive su Marte, non usa autobus e treni e non ha problemi di lavoro, si deve vergognare! P.s. Di rischio INVASIONE parlava anni fa Monsignor Maggiolini. Ma ‘Tarquinio il Clandestino’ non se lo ricorda…”.
Ma il leader leghista non si spaventa neanche quando deve affrontare pezzi più grossi del cattolicesimo. Compreso… il più grosso. Quando qualche giorno fa Bergoglio ha parlato dei respingimenti come di “atti di guerra” (in realtà era una semplificazione giornalistica, il discorso ufficiale era più complesso, ma comunque nessuna smentita è venuta dal Vaticano), Salvini ha replicato: “Con tutto il dovuto rispetto per Papa Francesco, respingere i clandestini non è un crimine ma, anzi, un dovere di qualunque buon amministratore, cattolico o no”.
Ma è solo l’ultima di una serie di polemiche che vanno avanti da un po’. Il 14 luglio scorso, intervistato da Rtl 102.5, Salvini ha detto di aver provato “fastidio” vedendo il Papa accettare da Evo Morales il crocifisso a forma di falce e martello.
Il 17 giugno, dopo che il pontefice aveva detto di “chiedere perdono per le persone e le istituzioni che chiudono la porta a questa gente che cerca vita, una famiglia, che cerca di essere custodita”, il leader leghista ha replicato: “Quanti rifugiati ci sono in Vaticano?”.
Il 6 giugno del 2014, invece, era arrivata un’altra stilettata via Facebook: “Papa Francesco si lamenta perché, quando lui prendeva l’autobus a Roma e salivano degli zingari, gli autisti dicevano ai passeggeri ‘Attenti al portafoglio’. Chissà come mai… Caro Pontefice, con tutto il rispetto che ti è dovuto, io comunque dico… buon lavoro agli autisti!”.
Insomma, quella di Salvini sembra una precisa strategia. Non anticristiana – la polemica contro il crocifisso “revisionista” voleva appunto ricordare i cristiani uccisi per mano comunista – ma sicuramente condita con un pizzico di anticlericalismo.
Una linea politica che gode di ampi consensi nella società italiana e che inoltre lascia la Lega salviniana libera di affrontare i nodi dell’attualità senza camicie di forza confessionali. Insomma, una scelta laica e in qualche modo strapaesana, che manda in pensione il vecchio leghismo integralista alla Pivetti e va nella direzione esattamente opposta rispetto a certa destra nostrana che, pur venendo da una tradizione politica non bigotta, si è ultimamente convertita alle ragioni dello “scontro di civiltà” per meri calcoli elettorali. I fronti, ormai, si vanno delineando con sempre più chiarezza…
Adriano Scianca
http://www.ilprimatonazionale.it/politica/matteo-leretico-salvini-sempre-piu-lontano-dalle-destre-bigotte-28833/
Il Primato Nazionale
Roma, 10 ago – La stagione dei patti fra maggioranza e opposizione non è finita? Così si direbbe a sentire le parole del leader della Lega Nord Matteo Salvini che, terminata l’esperienza Renzi – Berlusconi, si candida come controparte per una nuova inedita alleanza di scopo.
“Il nuovo patto del Nazareno lo faccio io“, ha spiegato il segretario del Carroccio intervistato da Libero. Al netto della boutade, restano comunque alcuni punti importanti. Salvini non chiude infatti aprioristicamente la porta a qualsiasi forma di dialogo: “Sui temi quali l’embargo russo, gli studi di settore, la legge Fornero e le tasse io mi siedo al tavolo con chiunque“, spiega. Quattro fra i punti più importanti delle più recenti battaglie leghiste. Non compare invece l’immigrazione, probabilmente perché dall’altra parte la sensibilità è un tantino diversa.
“Magari
Più che una proposta, l’idea di Salvini assume così sempre più i contorni della provocazione con l’obiettivo di puntare il dito contro Parlamento e Governo che si occupano di temi del tutto avulsi dalla realtà sociale dell’Italia: “Non vedo la coda di gente al bar che mi avvicina e mi dice: Forza Salvini, andate avanti sul Senato elettivo…“.
Roberto Derta
http://www.ilprimatonazionale.it/politica/la-provocazione-di-salvini-un-nuovo-nazareno-sullembargo-russo-e-contro-la-fornero-28823/