Speciale TTIP № 3 - Il TTIP e l'agricoltura: lo spauracchio delle multinazionali statunitensi e dei loro bassi standard di sicurezza Il settore agricolo europeo, e in particolare quello italiano basato su una produzione che dà precedenza alla qualità sulla quantità, ha tutto da perdere dal TTIP. A detta degli stessi negoziatori, il TTIP mira al riconoscimento reciproco degli standard di produzione e allevamento, e soltanto in seguito alla loro uniformazione. Vale a dire che, nella prima fase, anche se le regole continueranno ad essere diverse, un prodotto considerato sicuro dalle autorità americane potrebbe essere venduto in Europa. Gli agricoltori americani potranno così utilizzare una percentuale di pesticidi superiore a quella consentita in Europa, provocando un'evidente concorrenza sleale con il nostro settore primario. Altro esempio lampante arriva dall'allevamento: le multinazionali americane hanno già messo nel mirino il divieto di utilizzare la ractopamina, un farmaco legale negli Stati Uniti che ha il compito di alterare il tenore in grasso della carne, e i cui effetti sulla salute sono tuttora sconosciuti. E' inoltre probabile che la legislazione in materia di OGM possa essere subdolamente modificata: se anche le leggi dovessero rimanere invariate, la Commissione Europea, sotto la pressione delle lobby, potrebbe cambiare i regolamenti che le attuano. In pillole: o avremo una concorrenza sleale che spazzerà via i nostri piccoli e medi imprenditori agricoli, o svenderemo i nostri standard mettendo a serio rischio la salute dei consumatori per poter essere competitivi con le aziende statunitensi. E' questo che vogliamo?