Un team di ricercatori della Texas Tech University in america ha sviluppato una ricerca, pubblicata successivamente sulla rivista Environmental Health Perspectives, che studia le particelle di polvere, che si trovano nel vento che attraversa le aziende agricole locali, dove si allevano più di 5 milioni di capi di bestiame. Le particelle contenevano ‘superbatteri’ con il DNA resistente agli antibiotici. Il tossicologo Phil Smith afferma: “Questa è la prima prova che ha aperto gli occhi in relazione alle quali, siamo in grado di respirare aria contenente batteri pericolosi” Gli scienziati temono che una volta che questi batteri con il DNA resistente agli antibiotici, possano stabilirsi da qualche parte, potrebbero essere in grado di trasferire la loro immunità ad altri batteri diversi e quindi esplodere in rapida diffusione di varie malattie che potrebbero influenzare gli esseri umani. I ricercatori ritengono che questi batteri non hanno la capacità di diffondersi attraverso l’aria e gli esseri umani potrebbero essere colpiti solo attraverso l’acqua o carne infetta. Ma la situazione è ora cambiata. Gli antibiotici sono utilizzati in aziende di ingrasso, non solo per trattare le infezioni, ma anche nella alimentazione normale come misura preventiva e per accelerare la crescita degli animali. Circa l’80% degli antibiotici venduti negli Stati Uniti sono utilizzati per il bestiame. Phil Smith dice: “Pensiamo che la resistenza agli antibiotici deriva dalla sua alta applicazione nella produzione di bestiame” Gli esperti dicono che l’impossibilità di trattamento delle infezioni resistenti agli antibiotici, potrebbe causare 10 milioni di morti l’anno entro il 2050.