Non è una novità. Il messaggio che è venuto a portartarci Gesù Cristo e con lui tutte le Anime di Luce che hanno illuminato questo pianeta e l'intero Universo, è un messaggio d'Amore. Ciò che però ancora non si è ben compreso è che l'Amore di cui si parla, non è un amore astratto o trascendendentale ma è l'amore che si manifesta in tutto il creato e che è dentro ogni essere umano. Spetta a ognuno di noi ricercarlo e renderlo manifesto. "La verità esiste fin dall'inizio ed è seminata ovunque: molti la vedono, ma pochi la raccolgono", recita il vangelo di Filippo. E la verità è proprio questa, e cioè che l'Amore è dappertutto. Che il "paradiso" o "regno di Dio" è già qui sulla Terra e non occorre cercarlo altrove. "Spacca un pezzo di legno e io ci sarò, solleva una pietra e li mi troverai. Se coloro che vi guidano dicono che il regno di Dio è in cielo, allora gli uccelli del cielo vi precederanno. Se vi dicono che è in mare, allora i pesci del mare vi precederanno. Il regno è invece dentro di voi e tutto intorno a voi". -Vangelo di Tommaso- Quando si comprende questo, la prospettiva di vita cambia. Si compie un "salto quantico" e si comincia a contribuire fattivamente affinché l'evoluzione del genere umano venga spinta un granello più avanti. Affinché cioè un giorno "il lupo possa dimorare con l’agnello, e il leopardo possa giacere col capretto; e il vitello, il leone e il bestiame ingrassato possano stare stare assieme; e un piccolo fanciullo sia posto a loro guida". -Isaia 11,6- La portata rivoluzionaria di questo messaggo è dunque che OGNI UOMO può essere artefice del cambiamento, proprio perché in OGNI UOMO risplende il Sacro Fuoco del Dio-Amore. Ogni persona può attingere a questo fuoco, proprio perché ogni persona è fatta "a sua immagine e somiglianza", e come tale è, allo stesso tempo, Sacra e Divina. Per questo spetta a ogni individuo assumersi le proprie responsabilità senza attendere l'intercessione di qualcuno o peggio ancora, senza affidarsi a qualcun'altro. Le Tavole Smeraldine del Libro di Thoth, i testi vedici, gli insegnamenti misterici dell'oracolo di Delfi, così come l'Epopea di Gilgamesh, fino ai messaggi sapienziali di Gesù cristo, hanno tutti lo stesso contenuto: UOMO, SEI TU LA LUCE DEL MONDO! C'è una leggenda Indù che spiega molto bene tutto questo: un tempo tutti gli uomini erano potentissimi Dei ma a causa del loro ego smisurato abusarono della loro Potenza Divina al punto di spingere Brahma, capo degli Dei, a prendere la decisione di togliere loro la scintilla divina di cui tanto avevano abusato e nasconderla dove non l'avrebbero mai trovata. A quel punto sorse il problema di individuare un luogo idoneo per nascondere tale virtù. Le altre divinità vennero quindi riunite a consiglio e dopo aver ragionato sulla questione, conclusero: "Seppelliremo la divinità dell'uomo sotto terra". Brahma prontamente obbiettò: "No, non basta, perché l'uomo scaverà e la troverà". Allora gli Dei risposero: "Bene, allora affonderemo la sua forza nell'oceano più profondo". Ma Brahma si oppose ancora: "No, perché prima o poi l'uomo esplorerà le profondità di ogni oceano e la riporterà in superficie". Allora gli dei minori esclamarono: "Non sappiamo dove nasconderla, perché sembra che non ci sia alcun posto sulla terra o nel mare dove l'uomo non potrebbe eventualmente raggiungerla". Così a Brahma venne un idea e la espose replicando: "Ecco cosa faremo con la divinità dell'uomo: la nasconderemo nelle profondità del suo stesso essere, perché non penserà mai di cercarla proprio lì". E da allora, conclude la leggenda, l'uomo è andato su e giù per la terra, arrampicandosi, tuffandosi, esplorando e scavando, per cercare qualcosa che invece aveva sempre racchiusa in Sé. Forse è proprio per questo che il vangelo di Tommaso, non a caso considerato il vangelo gnostico per antonomasia, si apre proprio così: "Chi cerca, non smetta di cercare. Se cercherà troverà, se troverà si stupira, se si stupirà diventerà re su tutto". E forse non è neppure per caso che anche il Buddhismo parla di qualcosa del genere. Si narra infatti che un giorno Siddharta Gautama Sakyamuni, mentre era intendo a meditare, scoppiò in una fragorosa risata. Un disscepolo che era lì nei pressi gli chiese il motivo di tanta ilarità e allora il Buddha rispose: "ho raggiunto l'illuminazione". Incuriosito il discepolo lo incalzò chidendo: "Ma che cos'è questa illuminazione?". E allora il Buddha disse: "L'illuminazione è aver compreso che tutto ciò che cerchi e di cui hai bisogno, in realtà, è già dentro di te".