Nell' Agosto del 1944 Pieve Santo Stefano viene rasa al suolo. Il 99% degli edifici giace a terra in macerie, il 95% del bestiame razziato, 1.200 ettari di terreno minati. Per tutto il mese d' Agosto si succedono, giorno dopo giorno con maggiore intensità, gli schianti degli edifici che scoppiano e crollano a terra, oggi uno, domani l'altro, s'inabissano come magnifici solitari vascelli. Altri invece, feriti a morte, si alzano ancora in pinnacoli orrendamente mutilati, dai quali si indovina una camera, un salotto, delle scale. Si freme nella smobilitazione generale. L' Ottava Armata britannica risale il Tevere da Perugia, il 16 Luglio, con gli Americani vincenti sulla Chiana, liberano Arezzo, il 18 sono a Città di Castello e si preparano a sferrare l'attacco a quella formidabile "Linea Gotica" che da Pesaro sale sugli appennini fino a La Spezia. Ad est i Canadesi prendono subito Pesaro, sfondano sul Metauro e il Foglia penetrando negli avamposti della "Gotica". La tenaglia inizia a stringere in direzione nord-ovest. Il 31 Agosto i Tedeschi fanno saltare tutti i ponti della Tiberina 3 Bis, il Ponte Nuovo, il Ponte Vecchio e il mitico Ponte Assai, per il quale passava appena un baroccio. Nella caligine fumigante della distruzione totale non si riesce a capire neanche cosa è rimasto in piedi e cosa no. Il 3 Settembre gli alleati arrivano su una Pieve Santo Stefano lunare. Non è la Luna cantata da Goethe, Holderlin, Herder, dai grandi tedeschi "della tempesta e dell'impeto", non quella tremula e tenebrosamente proliferante di Caspar Friedrich, no... è la luna dei fascismi di ogni tempo, neri e rossi, è quella di Hitler, è quella di coloro che alla fine poi fuggono sempre, ed è fatta di macerie, orrore e silenzio. I pochi che restano, che non sono stati deportati verso le strade della Romagna insieme a tutti gli altri, brancolano tra le macerie increduli. Nella serata, da lontano, i tedeschi in ritirata bombardano ancora il paese. Morti all' Ospedale e al Falcone. L' 8 Settembre 1944, l' arciprete celebra alla presenza di venti persone atterrite, alle ore 9, la Messa alla Madonna dei Lumi. Alle 10 dello stesso giorno un tremendo boato ancora. Una bomba a scoppio ritardato fa saltare il Palazzo Comunale e la Torre campanaria: " ... la Torre si accasciò al suolo nella sua interezza, senza sgretolarsi, al pari di una bestia colossale, ferita qua e là, rassegnata alla morte". Una Pieve antica non c'era più...