TELE ONE SPECIALE MEDIA NEWS SU SAN MAURO CASTELVERDE www.teleone.it San Mauro Castelverde (Santu Mauru in siciliano) è un comune italiano di 1.737 abitanti della provincia di Palermo in Sicilia. San Mauro Castelverde si eleva sull'omonimo monte a 1050 metri sul livello del mare. Esso è avvolto tra il massiccio delle Madonie ad ovest, quello dei Nebrodi ad est e, di rimpetto, il visibile Mar Tirreno che spazia incontrastato, interrotto soltanto da rilievi su cui sorgono sia campagne locali sia visibili paesi limitrofi come Pollina e Castelbuono da un lato e Gangi e Geraci Siculo dall'altro. È uno degli 81 comuni che costituiscono la provincia di Palermo e dista dal suo capoluogo circa 114 km. Porta l'appellativo "Castelverde" dal 16 dicembre 1862 quando, in seguito all'unificazione del regno d'Italia, per distinguerlo dagli altri 22 paesi aventi medesima onomastica, la circoscrizione di Palermo chiese di aggiungere un secondo epiteto e l'allora consiglio comunale deliberò per tale identificativo. Pur essendo uno dei pochi comune d'Italia ad avere nella sua regione un litorale proprio nonostante gli oltre 1000 metri di altitudine, da punti sparsi del suo vasto territorio si possono scorgere diversi paesi delle Madonie, dei Nebrodi e di altre province, senza escludere lo spettacolare scenario dell'Etna. Tra di essi è utile menzionare il "Pizzo Vuturo", vale a dire “avvoltoio”, con 1223 m di quota[3] o, ancor meglio, i 1346 metri di "Timpa del Grillo" sui Nebrodi (in gergo locale "Pizzu di tri finaiti", ossia "dei tre confini", poiché zona che delimita le Province di Palermo, Enna e Messina, oltre che frontiera di tre importanti feudi maurini: Gallina, Sallemi e Colombo[4]). Da quest'ultimo, in particolare, si riescono a scorgere ben 32 paesi, compresi isole e colli inerenti i territori delle Province di demarcazione. Sotto il titolo “Santo Mauro” il paese esisteva sicuramente fin dai tempi dei Normanni, iscritto tra i manieri della contea di Geraci nella diocesi di Messina. Questo nome non avrebbe potuto prenderlo prima del 15 gennaio 584, data della morte di san Mauro abate, ma il paese, seppur sotto forma di agglomerato di costruzioni, probabilmente esisteva già. Il nome San Mauro, invece, pare che sia stato attribuito al luogo in seguito alla donazione di una reliquia del suddetto santo da parte dei monaci benedettini di un convento esistente in loco. La festa del Patrono San Mauro Abate (‘A fèra ) San Mauro Castelverde detiene il primato della festa patronale più lunga delle Madonie. Questo fatto deriva da due diversi fattori: uno climatico-ambientale, cui il clima rigido ha suggerito nei secoli passati lo slittamento dei festeggiamenti dal 15 gennaio alla data attuale, ovvero il primo martedì di luglio, la domenica e il lunedì che lo precedono e la domenica successiva, detta dell’ottava; l’altro di natura logistica: il fercolo del Santo, infatti, ha subito nei secoli diverse trasformazioni: si è passati da una Vara a quattro colonne, tutte dorate con in cima la statuetta della Resurrezione, esistente prima del 1600, all’attuale fercolo ad otto colonne, commissionato nel 1650 ad opera dei carbonai, con dodici puttini e con la statuetta dell’Immacolata Concezione alla sommità di esse. Al centro del c’è, naturalmente, la statua di San Mauro Abate intronizzato. La grandezza assolutamente ragguardevole della vara, portata in processione da circa 40 persone oltre che le guide, obbliga a compiere sempre lo stesso percorso processionale per alcune vie del paese, dovendosi la vara spostare dalla propria chiesa a quella della matrice San Giorgio, ove era custodita la reliquia di San Mauro Abate. Dunque, data l'ingente mole del fercolo dovuta soprattutto alla sua imponenza, dovendosi oltretutto adempiere a queste pratiche religiose, la festa dura quattro giorni in estate e solo uno nella reale ricorrenza (15 gennaio). Anticamente i confrati erano soliti distribuire, in questo giorno, la cuccìa (grano bollito) ai poveri, ma da quando la festa solenne ha iniziato ad essere commemorata a giugno, accadeva che essa era concomitante alla fiera del bestiame del 30 maggio. Per cui, probabilmente a causa di tale fiera, il nome tradizionale dei festeggiamenti ('a Fera) deriva proprio da essa. Ancora oggi il primo martedì di luglio è il giorno solenne dell’intera festa, ma è assai caratteristica la processione dell’ottava, con la benedizione dei campi che si svolge al Piano San Mauro per i quattro punti cardinali; benedizione che, in epoca passata, era propiziatrice di un buon raccolto di grano, sostegno e cibo preferenziale della classe contadina.