Beat: Esa Testo: Wolfgang Nicoletto Grazie, è dovuto meritato permetti di presentarmi in questo mondo o campo minato? Wolfgang, passo di lupo, non conosco la strada scrivo da un dirupo entro in punta dei piedi e ti saluto la fortuna o il caso fortunato e con un endiadi il pezzo ho intitolato non ho una crew che mi dice ciao Wo io non mi sento rap hip hop non voglio far lo snob ma esporti la mia personalità sta a te valutare se c’è o no qualità vivo sui colli non in città la strada la vedo dalle finestre scrivo fissando stelle, ginestre, la mia ombra che si posa su una rosa anodino mattino mi fa sentire parte della Natura che mi considera assassino i rifiuti tienili nel borsello o borsetta le fai una cavalletta poi si ribella e mette il mondo in scompiglio e se devi parlare farlo fallo come in Scompiglio Schettino schitto all’isola del giglio persona incompetente avrei voluto essere il tuo ammiraglio legarti a prua con un bavaglio e lasciarti affondare così ti rendevi conto dello sbaglio invece sei ancora in giro ma se ti piglio indossa la granaglia e salutalo in chiesa non indosserà più nessuna assisa ora inizio Esa. Questo è il momento giusto per entrare nel vivo dello spettacolo, non sono qui per fare l’oracolo ma l’ostacolo mentre corri a prendere il bicchiere sul tavolo, il bar è il vostro pascolo, bestiame da patibolo, mi duole e tribolo, se vi guardo nasce un pensiero frivolo, il vostro spessore è resistente quanto un bigolo, il mio è una fune d’acciaio, se tu sei Tizio io son Caio, quel che penso me lo appunto sul diario che fo? Penserebbe Dario, unisco la mia letteratura con l’hip hop, mi fermo se mi dici stop ma non siamo ad un incrocio, lo so non scrivo testi come Lucio Battisti ma se insisti so cambiare temi. Se vuoi parlo del silicone nei tuoi seni o della musica su mtv, da scemi, venduta come la politica in Italia, a pezzi come un pezzo di legno colpito dalla mannaia, so esser dolce come i testi della Mannoia, ma m’annoia, non trovo gioia, come scrisse Pessoa nel libro dell’inquietudine “noi non ci realizziamo mai” questa è la mia attitudine, non voglio essere al numero 1 rai ma semplicemente una voce registrata che senti online e penserai ma dove vai? Da nessuna parte come detto pocanzi non faccio parte della vostra arte, la mia è recitazione poesia curata dalla dizione attore teatrale per passione non rapper in evoluzione ma appunti tipo Zibaldone Leopardi non è sinonimo di depressione, studialo meglio poi vedrai che non scriverai più un centone, mastico termini arcaici a colazione pranzo e cena per quello mangio poco bulimico del sistema lercio, sei guercio? non vedi la realtà? avvelena mi percuote me ne vado illico ed immediate mi arrampico sulla parete di notte accendo fuochi nelle grotte combatto lì le mie lotte tra le fratte nel frattempo tu stai in centro contento te che sgomento ti perdi uno spettacolo immenso ma se ci penso è meglio che stai lì non sapresti assaporare la vista di un colibrì libri collezioni di emozioni son pagine di un libro mi sposto con il vento camminando tu invece giumento con la destra sul mento e con la sinistra rispondi al commento avrai muscoli come il cemento io dissimile alle mode del momento per te a iosa ho epistole smettila di usare la diastole scendi dalle nuvole sono il temporale faccio piovere cultura sopra il banale del vostro io ginnico se vedo una palestra mi irrito la tua minaccia gesto irrito aggettivo non tanto di rito ma che significa vano di nessun valore tu sei ghiaccio io son calore ti sciolgo pagliaccio il mio nome lo ricordo non me lo scrivo sul braccio. Ringrazio Luca B. per la registrazione e chi mi ha supportato e sopportato.